Quando mi recai in fumetteria qualche annetto fa per acquistare un manga nuovo, mi soffermai sulla copertina di Steamboy e mi piacque subito. Quello che mi attirò fu la grafica dei personaggi e del background. Vidi anche il prezzo, sei euro, ma alla fine presi la decisione di acquistarlo e di certo non me ne sono pentita. Non sapevo ancora di cosa parlasse, ma quando ne iniziai la lettura fui presa dalla storia tipicamente steampunk, filone fantascientifico che io amo molto.
Il protagonista è uno, un ragazzino nato in una famiglia di inventori; gli faranno da cornice altri ragazzini più o meno coetanei, con i quali condividerà la sua passione per le macchine a vapore e grazie ai quali riuscirà a superare le avversità che gli si presenteranno lungo la strada. Si spazia tra ambienti fini ed aristocratici a quelli più poveri e malfamati, come gli slam di Londra. In tutto il manga permane quel senso di amicizia genuina, tipica tra i ragazzini senza troppe pretese.
Scritto da Katsuhiro Hotomo e disegnato da Yu Kinutani, An adventure story of Steamboy fu pubblicato in Giappone dalla casa editrice Kodansha, in due volumi, nel 2007. In Italia dalla Star Comics, sempre in due volumi, nel 2010.
Siamo nell’Inghilterra vittoriana del 1863, a Manchester, in una realtà alternativa del XIX secolo.
Ray James, ovvero Ray Steam, è un inventore. Appartiene alla terza generazione degli inventori Steam, ossia suo padre e suo nonno Lloyd, ex-giocattolaio, attualmente entrambi in America al lavoro in una grande azienda. Il nonno, prima di partire, gli regala un orologio con figure meccanizzate, ma purtroppo il meccanismo che segna le ore non funziona. Considerati piuttosto stravaganti, Ray è fiero di loro e un giorno aspira a diventare come loro.
Infatti, egli impiega il suo tempo a perfezionare un’invenzione: una monoruota compatta autopropellente a vapore (motrice a vapore), formato da una caldaia alimentata da carbone e legna, ma a causa della scarsa precisione delle viti, la struttura non riesce a resistere alla potenza del motore.
Ray ce la sta mettendo tutta per terminare la sua monoruota perché è intenzionato a partecipare alla famosa coppa Stephenson, l’inventore della locomotiva a vapore. Ray usa il vapore compresso ad alta pressione come energia del motore ausiliario.
Il suo motto è: “non c’è progresso scientifico senza correre dei rischi”
Ray è circondato da persone premurose come la mamma ed Emma, sua amica. C’è anche Paul, aspirante giornalista sempre in cerca di scoop eclatanti. Quest’ultimo crede in Ray e nel fatto che un giorno egli possa diventare un grande inventore, proprio come suo padre e suo nonno.
Un giorno, entrambi boicottano la lezione e si recano alla stazione di Manchester per vedere l’esposizione della nuova locomotiva a vapore della ditta Stephenson.
Al loro arrivo, si imbattono in una setta religiosa, il cosiddetto Ordine dei Sette Sigilli che, con l’uso di frasi dell’Apocalisse, profetizza il male che le macchine a vapore causeranno in futuro, macchine diaboliche che si oppongono alla volontà di Dio. Il capo della setta prova un odio irreversibile verso le locomotive a vapore poichè sua moglie è morta proprio in un incidente ferroviario, lasciandolo solo e con una figlia, Pattie, sua ombra.
La setta danneggia la locomotiva sotto gli occhi esterrefatti degli organizzatori che sono lì fermi senza poter fare nulla. Ray è l’unico che si oppone a questo sfacelo e, dichiarando che il treno corre più veloce del vento e che anche il genere umano potrà volare un giorno come il vento, come gli uccelli, riesce a bloccare la setta.
Ray partecipa alla gara, ma perde perché è saltata una vite. Lì è presente anche il signor Dickinson della ditta Stephenson.
Ray è sempre più convinto che il progresso è importante perché fa superare il senso comune e decide di partire per Londra insieme a Paul per assistere all’arrivo della locomotiva a vapore.
Partono all’insaputa della madre su una carrozza merci, ma li segue Emma che non vuol lasciarli soli. Arrivati in città sono estasiati dalla grandezza e dalla varietà di Londra con i suoi mercati, con gli abiti all’ultima moda indossati dalla nobiltà, dal circo, ecc!
A Londra arriva anche la setta che è lì per fermare l’arrivo della locomotiva. Nel frattempo, i membri girano per la città, ma in un momento di spensieratezza il capo si imbatte in un ladruncolo che, abilmente, gli ruba un sacchetto che aveva con sé.
Nel frattempo, Ray vede una locomotiva Rocket in miniatura e mentre si avvicina per vederla, si scontra con questo ladruncolo che gli passa davanti a gran velocità, perdendo così il suo cappello. Ray e i suoi amici vengono presi dalla polizia, i quali credono che sia lui il ladro, sequestrando anche ciò che portano dietro, tra cui il taccuino con le invenzioni. Per depistare i sospetti che la polizia ha su di essi, Paul afferma che fanno parte della famiglia Stephenson e il poliziotto non ci pensa due volte a recarsi a casa Stephenson per accertarsene; ma lungo il tragitto la strada, a un certo punto, è bloccata da tronchi di legna in fiamme. Ben, il ladruncolo, e i suoi amici li salvano e li portano nel loro rifugio passando per i quartieri più malfamati di Londra, un covo segreto pieno di cose rubate, tra cui vari omnibus adibiti a letti su cui dormire. Ben ha perso il padre. il quale un giorno, in seguito alla perdita del suo lavoro da conducente di carrozze postali per colpa delle locomotive a vapore, ubriaco fradicio annega nel Tamigi. Ben ha una sorellina che si chiama Maria alla quale regala il sacchetto sottratto alla setta. Mary lo apre e vi trova solo delle viti con la lettera D.
Paul e Ray scoprono, in questo covo, un angolo con dei pezzi di locomotiva. Ray, ovviamente, ne è entusiasta.
E’ contento di essere fra veri amici e per ben tre giorni Emma è costretta a cucinare solamente i famosi fish and chips .
Un giorno, nel covo sbucano quelli della setta che reclamano il sacchetto. Sarà Ray a salvare la band di ragazzini grazie a un motore a vapore montato su uno degli omnibus e a uscire illesi.
Ray si imbatte nel signor Dickinson che li fa salire nella sua carrozza. Inizia una conversazione con Dickinson che gli dice che suo nonno e il signor George Stephenson erano amici un tempo e condividevano i loro sogni, le loro invenzioni e che un giorno il signor Stephenson gli aveva proposto di gestire la ditta insieme a lui.
La ditta di Stephenson, ingranditasi grazie al successo dello sviluppo ferroviario, divenne in seguito un’impresa, interrompendo così l’attività di meri inventori.
La cerimonia per l’anniversario della fondazione della ditta Stephenson si avvicina. Ray presenta la sua monoruota autopropellente al signor Dickinson e Ben non si lascia sfuggire l’occasione di rubargli un bottone del cappotto senza che lui se ne accorga.
Salutato Dickinson, Ben porta Ray dai suoi amici i quali è da lui che acquistano pezzi della locomotiva a vapore.
Ray inizia a costruire la sua monoruota proprio con quei pezzi e, nonostante, sia incompleta egli è convinto che è proprio nella imperfezione che si annida una ferrea volontà di migliorare e quindi di progredire.
Potenti da tutto il mondo vengono a Londra per vedere la rete ferroviaria Stephenson, considerata la migliore. Nel treno, ci sarà il principe ereditario d’Austria che viene ricevuto in udienza da sua maestà la regina Vittoria.
Dickinson, fautore delle azioni della setta, non ammette lo sviluppo della locomotiva a vapore e ha un piano, ossia causare volontariamente, proprio con l’ausilio della setta, un grave incidente affinché le persone presenti vedano la locomotiva come un pericolo.
Mentre Ben giocherella col bottone strappato a Dickinson, scopre che su di esso c’è la lettera D e si incuriosisce. Nel frattempo, arriva Dickinson che viene a vedere la macchina di Ray terminata.
Ray gli mostra anche un quaderno (il settimo) contenente i progetti grafici delle invenzioni del nonno. A Dickinson gli si spalancano gli occhi e glielo vorrebbe sottrarre. Ben se ne accorge e ruba il quaderno a Ray fuggendo con la sua monoruota; quest’ultimo, non intuendo il gesto di salvezza gratuito del suo amico, inizia a corrergli dietro, lanciandogli il suo carillon che si incastra nei meccanismi della monoruota.
Ben cade e presto sopraggiunge la polizia che lo cattura; ma prima di essere portato via, Ben intima a Ray di non dare mai quel quaderno a Dickinson perché lui è collegato con la setta.
Dickinson si avvicina a Ray e lo porta a casa sua dove gli mostra alcune invenzioni e dove lì può sbizzarrirsi a inventarne delle nuove.
Mentre Ray è piuttosto dubbioso, incontra Pattie che gli svela che lei è la figlia del capo della setta e che Dickinson vuole opporsi alle locomotive a vapore di Stephenson.
Pattie lo aiuta a fuggire.
Giunge il giorno fatidico dell’arrivo della locomotiva con a bordo il principe ereditario d’Austria e Re Alberto, e Londra è in subbuglio.
Pattie e il padre sono all’interno di una macchina a forma di drago con più teste in attesa dello scontro con la locomotiva che causerà l’incidente tanto agognato da Dickinson.
La macchina si avvia, ma Pattie si accorge che dentro a una cassa vi sono dei candelotti che serviranno a far esplodere la locomotiva. Dickinson non si è fatto nessuno scrupolo dell’incolumità di padre e figlia. Per fortuna, il padre di Pattie decide di porre fine a questo complotto e riesce a salvarsi, gettandosi dalla macchina in corsa insieme a lei.
Nel frattempo, Ray cerca di fare il possibile per raggiungere la locomotiva e scongiurare l’incidente, ma gli manca sempre quella vite che deve fissare per bene l’intera monoruota. Si reca dalla ditta Stephenson, viene cacciato in malo modo, ma questa volta sarà il signor Stephenson in persona a presentarsi e a dargli la vite, la quale è stata progettata insieme al nonno per la realizzazione di una macchina autopropellente a vapore.
Ray lo ringrazia e corre via a tutta birra non prima di eseguire gli ordini di Ben che gli indica la via più breve e cioè passando per i sottosuoli di Londra, dove un giorno la locomotiva transiterà anche lì.
Il treno viene deragliato causando scompiglio tra i reali e preoccupazione agli occhi delle persone che assistono alla scena inermi, ma Ray riesce a deviare il mostro fiammeggiante prima che esploda contro di esso.
Ray termina la sua corsa finendo nelle acque del Tamigi sotto l’apprensione degli amici. Per fortuna, è salvo e viene raggiunto dalla madre che lo riporta a Londra.
Il manga è il prequel del film di animazione diretto dallo stesso Katsuhiro Hotomo, Steamboy, prodotto in Giappone nel 2004 e presentato fuori concorso alla 61 mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Ermelinda Tomasi
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