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giovedì 3 ottobre 2013

IL SOLDATO E L'EMIGRANTE




Una settimana prima di partire per il Fronte europeo, Steve Rogers passeggia, pensieroso, per le strade di Brooklyn.
E’ ormai tarda sera quando la sua attenzione viene richiamata dai rumori e dalle imprecazioni che giungono dal piano-basso di un edificio vicino. Cap decide di intervenire e penetrato nella stanzetta, adibita ad ufficio, vede un uomo steso a terra e minacciato da tre individui armati.
Senza tentennare, affronta i tre criminali e ne ha facilmente ragione.
L’uomo che ha salvato è scosso ma non ferito e lo guarda incredulo. Quando Steve lo sente parlare si accorge che il suo inglese è molto incerto: “Ti ringrazio, se non c’eri tu, quei fetusi mi avrebbero ucciso... Volevano che facessi la spia per loro ma non ho mollato... Sono italiano e amo la mia Patria ma debbo lealtà a questa Nazione che mi dà da mangiare “!” Capitan America non potè fare a meno di ammirare il coraggio dell’uomo: “Signore, queste parole le fanno onore... Ora è tardi, torni a casa, non dovrebbe lavorare fino a questa ora!”... “Giovanotto, provaci tu a mantenere una famiglia... Ora, poi, mio figlio Giovanni si è messo in testa di fare l’artista e la sua scuola costa cara... per di più si sta tirando dietro pure Silvio, o picciriddu”.
Steve accennò un sorriso ripensando alle sue velleità artistiche e, mentre aspettavano i poliziotti per consegnargli i tre criminali, domandò all’uomo quale fosse il suo nome.... “Il mio nome non è importante... il cognome invece sento che diventerà famoso e rispettato, grazie ai miei figli... Segnatelo, ragazzo... è Buscema!”

Pietro Zerella
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